
"Francesco Di Santo - dice Luigi Pagliarini, curatore della mostra - finisce per decodificare, attraverso i suoi quadri, non tanto l’ego e l’egocentrismo dei tanti autori, interpreti, storici, critici e generi, quanto l’essenza di tali atmosfere, la loro fisicità". Tradizioni pittoriche e sovrastrutture materiche si uniscono, nelle tele di Di Santo, per esprimere la forza e la vitalità della musica jazz, il pulsare ritmico e l'intima sensualità. La scelta di interpretare gli strumenti, mostrandone particolari riconoscibili, rappresenta il segno dell'interazione, evocata dall'artista, tra opera e spettatore: la memoria, visiva e sensitiva, ricostruisce l'immagine e le sensazioni per intero fino a farli suonare.
'Jazzing Art' è stato concepito come un lavoro musicale: le tele hanno tutte le stesse dimensioni per non compromettere l'importanza che ogni strumento ha all'interno del gruppo e dell'esecuzione dei brani.
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