Shel Shapiro e Maurizio Vandelli uniscono le forze e tirano fuori dal cilindro uno dei dischi più belli degli ultimi anni.
I puristi e amanti del beat e rock anni’60 potrebbero forse storcere il naso di fronte ad un’operazione come questa nella quale brani che hanno fatto la storia di quell'irripetibile periodo sono stati stravolti e rinnovati completamente con sonorità moderne ed accattivanti, ma è proprio questo il bello di “Love and Peace”, uscito lo scorso 21 settembre.
Le canzoni assumono un volto totalmente diverso da quelle originali mostrando che il tempo non è passato per nulla, anzi!
Sono ancora di un’incredibile attualità sia nei testi che appunto in questa veste modellata su ritmiche più adatte ai giorni nostri.
Si sente il sapiente lavoro del produttore Diego Calvetti che insieme ai due grandi interpreti Shapiro e Vandelli è andato oltre l’immaginabile: toccare degli autentici capolavori a volte può essere decisamente rischioso, ma in questo caso l’iniziale effetto shock-sorpresa lascia spazio ad un ascolto molto piacevole di un album che stupisce per la sua bellezza.
Canzoni senza tempo, si diceva: è verissimo! Qualcuno potrebbe parlare anche di “operazione nostalgia”, ma, a mio giudizio, non lo è proprio perché tutti i pezzi sono stati trattati quasi come se scritti in tempi recenti e non cinquant'anni fa.
Gli arrangiamenti sorprendono: le ritmiche contemporanee esaltano le due voci di Shapiro e Vandelli che dialogano in maniera favolosa nei tanti successi dei loro storici gruppi, The Rokes e Equipe 84.
C’è tutto in “Love and Peace”: si riparte dal passato storico dei due artisti, ma si guarda al presente e al futuro con un tour alle porte che partirà a dicembre e girerà l’Italia.
Non poteva esserci un titolo più azzeccato per questo loro lavoro discografico insieme: “Love and Peace” … “Amore e Pace”, due parole significative che in un certo senso possono sintetizzare il rapporto fra i due, anche turbolento e fatto di rivalità in passato e forse ancora oggi ancora così, ma intriso di grandissima stima reciproca e voglia di suonare e cantare insieme le rispettive canzoni.
“Love and Peace” è stato anticipato dal singolo “Che colpa abbiamo noi”, grandissimo successo dei Rokes che a due voci e con questo suo sound attualizzato non poteva che essere il giusto apripista per l’intero disco.
“Tutta mia la città” e “Un angelo blu” in questa veste quasi più pop delle originali piacciono molto e risultano accattivanti al punto giusto.
Il brano più scioccante dell’album dal punto di vista degli arrangiamenti è sicuramente “Bang Bang”, proposto in una versione elettropop che risulterà molto ostica ai fan di vecchia data, ma acquisterà nuovi proseliti fra i giovanissimi.
“È la pioggia che va” sembra un’altra canzone: la voce graffiante di Shel Shapiro è sempre favolosa da ascoltare e quando entra Vandelli nel refrain la magia aumenta.
“Nel cuore nell'anima”, cantata dal solo Vandelli, viene valorizzata al meglio e non fa certamente rimpiangere l’originale.
“Io ho in mente te” riesce a rafforzare la sua bellezza con lo scambio fra le due voci che è strepitoso su una ritmica pop - rock.
“Bisogna saper perdere” ha un inizio a dir poco spiazzante e si evolve in maniera ancora più estraniante, ma colpisce nel segno.
Molto bella la scelta di Shel Shapiro di riproporre “When you walk in the room”, quella che poi fu all'epoca eseguita in italiano dai Rokes e divenne la celeberrima “C’è una strana espressione nei tuoi occhi”.
“29 Settembre” è il classicone che non muore mai e qui è ancor di più calcata la mano nei suoni: un tentativo molto ben riuscito di uscire forse dalla canzone originale stravolgendola nella giusta maniera.
“Io vivrò senza te” è uno degli episodi migliori del disco.
Si va verso il finale. “Piangi con me” fa viaggiare l’ascoltatore alla grandissima e si discosta tantissimo da quel brano popolarissimo nei sixties.
“You raise me up” dei Secret Garden (brano coverizzato poi anche dal cantautore statunitense Josh Graham e dalla boyband Westlife) chiude il disco in maniera stupenda.
“Love and Peace” unirà e dividerà critica e pubblico, ma non è proprio questo il bello della musica?
Shapiro e Vandelli hanno trovato la giusta chiave per una seconda giovinezza… accantonare la rivalità di un tempo e unirsi nel segno di “Love and Peace”.
Piero Vittoria
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