La ricostruzione prima di fermarsi per il coronavirus era in pieno fermento, ma questo 6 aprile ha un sapore strano perché "la vita ci ha tolto la seconda Pasqua in 11 anni". Massimo Cialente è il sindaco del terremoto dell'Aquila, per 10 anni tra macerie e ricostruzione.
"Certo, girare per L'Aquila in questi giorni è un colpo duro: non si può vedere questo deserto, ti ricordi quei silenzi, ti vengono in mente i volti di persone che non ci sono più - racconta Cialente, ora medico in pensione - Da quel 6 aprile 2009 è passata mezza generazione, ma questi giorni ci fanno rivivere il dramma con un'intensità diversa".
Ironia della sorte, anche quest'anno le 3,32 cadranno di lunedì, il lunedì della settimana di Pasqua: "Per noi aquilani è un'altra botta forte alla psiche; paradossalmente ci siamo già passati, sappiamo cosa voglia dire restare chiusi nelle tende o negli alberghi in solitudine o in silenzio. L'unica cosa vera è che con questo isolamento ci sarà più difficile elaborare un lutto collettivo".
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