Sarà Simone Cristicchi a chiudere, questa sera alle ore 21, i festeggiamenti dedicati alla rinascita dello spazio dell'ex Cofa, a Pescara. Ingresso libero. Il cantautore romano, vincitore di Sanremo nel 2007, ha partecipato l'ultima volta al Festival nel 2013 con "La prima volta che sono morto".
Prima di Cristicchi, dalle ore 18 alle ore 20.30, si esibiranno tre gruppi musicali locali: i Mondovisione Live (tributo a Ligabue), le Nuvole di rock (Moda' cover band) e Le stanze di Federico.
Almeno due sono i legami che Simone Cristicchi ha con l’Abruzzo: innanzitutto l’amicizia con la lancianese Momo, che lo ha portato a scrivere insieme a lei il brano “Che bella gente”, proposto nel 2006 sul palco dell’Ariston; e poi la “citazione” di Mario Magnotta nel brano “L’Italia di Piero”. Il celebre bidello aquilano, infatti, protagonista nei primi anni ’80
di alcuni esilaranti scherzi, è conosciuto oltre i confini regionali, e
l’artista romano scelse di “omaggiarlo” nominandolo, appunto, in uno
dei suoi singoli.
«Sono convinto – dice Cristicchi – che tramite l’ironia si possano mandare dei messaggi anche importanti. Il maestro era Rino Gaetano, che con i suoi testi si è rivelato quasi “profetico” («…allestite anche le unioni tra le ditte di canzoni…», diceva in 'Escluso il cane'). Mi sento molto vicino alla fragilità di Troisi, che pure viene considerato un grande attore comico».
“Vorrei cantare come Biagio”, primo grande successo di Cristicchi, contestava il vizio commerciale di cercare sempre la hit del momento... ed è diventata a sua volta un tormentone: «Quando la canzone è nata – risponde Simone – non ho percepito la sua ambiguità. Poi, parlando con la gente, ho scoperto che ognuno la interpretava diversamente. È un pregio, ma anche un pericolo: si rischia l’equivoco. Dopo il successo che il brano ha avuto, mi definisco un “tormentone per caso”, nel senso che “Vorrei cantare come Biagio” era un pezzo che neanche volevo proporre alla mia casa discografica…».
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