domenica 29 novembre 2009
Rita Marcotulli torna con l'Omaggio a Truffault grazie a L’Espresso
Dal 27 novembre è in edicola, grazie ala collana dell’Espresso “Jazz italiano live 2009”, il tributo a Truffaut che nel 1998 consacrò definitivamente il talento compositivo di Rita Marcotulli. “The Woman Next Door”, pubblicato all’epoca dall’ormai scomparsa Label Bleu e osannato dalla stampa internazionale è infatti oggi introvabile. Quello di Rita Marcotulli è un Truffaut intimo, profondamente assorbito e tradotto in musica. Non vuole essere una colonna sonora alternativa a quella già esistente nei film del maestro francese, ma l’esposizione di tutto l’universo poetico che Truffaut attraverso le sue immagini, i suoi personaggi, i suoi temi ricorrenti in alternanza di peso e leggerezza ha depositato nell’animo di Rita traducendosi in esigenza espressiva. Un amore lontano, coltivato negli anni e riproposto oggi con una nuova veste e un organico rinnovato. 11 tracce che attraversano la filmografia di Truffaut, tra citazioni dirette e indirette, rese anche con l’intervento delle voci recitanti di Gianni Iacobacci e Rocco Papaleo, percorsi trasversali per temi e l’intervento di ospiti speciali. Da “Le cinéma est le cinéma”, scaturito da “Effetto Notte” ai brani immersi nel tema della natura e della conoscenza dedicati a “Il ragazzo selvaggio”, dal mondo tormentato dell’adolescenza de “I 400 colpi” al mondo leggero dei bambini de “Gli anni in tasca”, con la voce di Aldo Romano su “Les enfants s’ennuient la dimanche” e che in “Hoping” vede a sorpresa l’intervento di Raiss. E ancora i personaggi ricorrenti come Antoine Doinel, vero e proprio alter ego di Truffaut, tradotto in musica da Rita Marcotulli attraverso una trasposizione ritmica del suo nome in alfabeto morse, e l’attualità di Fahrenheit 451, nel tema della memoria che non può essere cancellata da nessun rogo. Naturalmente non poteva mancare l’amore, l’amore intrecciato di tradimenti o forse che di per sé è un tradimento. Con “Que Reste-t-il” di Charles Trenet, tratto da “Baci rubati” cantato mirabilmente da Noa il disco chiude, sfumando con ironia su una citazione di “Incontri ravvicinati del terzo tipo”.
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