venerdì 29 luglio 2011

Lorenzo Tucci ad "Atessa in Jazz"

Affermato batterista di Mario Biondi e Fabrizio Bosso, Lorenzo Tucci sarà ospite domani sera di "Atessa in Jazz" dove si esibirà in trio per presentare il suo ultimo successo discografico "Tranety", un omaggio a John Coltrane. Con lui sul palco due fedeli compagni di viaggio: Luca Bulgarelli al contrabbasso e Claudio Filippini al pianoforte. Proseliti e imitatori di John Coltrane, tra i più importanti innovatori del jazz degli anni '60, ce ne sono a volontà. Raramente però qualcuno è stato in grado di assorbire la lezione del sassofonista e riproporla in maniera così personale come invece si percepisce dall’ascolto di “Tranety”, progetto nuovo di pacca che dimostra ancora una volta l’urgenza di Lorenzo Tucci. Il batterista atessano continua la sua ricerca sulla possibilità espressiva offerta da un trio, anche se questa volta è di tipo standard, riunendo attorno a sé due personalità forti e di spicco nel panorama italiano: Claudio Filippini e Luca Bulgarelli. I due hanno telepatia e mestiere a sufficienza e anche più per garantirgli climi e colori perpetuamente cangianti. Inoltre il trio, una fabbrica di lucido sentimento, si muove sui principi dell’interazione totale; i ruoli sono paritetici e ciò ispira fortemente la poetica del leader. Ancora una volta, come era stato per “DruMonk”, Tucci sente il dovere di rendere omaggio alla storia e a molti di quei protagonisti dell’epoca d’oro del jazz: questa volta il pensiero va diretto a John Coltrane. Del suo repertorio – quasi a volerne ribadire importanza del compositore e del pensatore e non solo dell’esecutore – il trio ripesca qua e là da quel multi sfaccettato mondo, riuscendo persino disegnare le rotte di tre brani originali che ben si incastrano col restante repertorio: Hope e Solstice di Tucci; la struggente Ivre a Paris, di Filippini. Il suono della batteria sembra fatto di una sostanza apollinea, specie laddove i melodismi triturati di Filippini si incontrano con le serrate pelli di Tucci, e il pianoforte dimostra la propria eccellenza come solista attraverso una tecnica vorticosa quanto disinvolta, con il contrabbasso elegantissimo nei gesti e nelle movenze.